Ingegneria civile, ponte di Tadasuni e diga di Santa Chiara

I lavori per la costruzione della diga di Santa Chiara vennero avviati nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto (prima della fine della Prima Guerra Mondiale), nelle vicinanze dei comuni di Ghilarza e Ula Tirso. La ditta costruttrice, Imprese Idrauliche ed Elettriche del Tirso, su concessione della Società Elettrica Sarda, incaricò gli ingeneri Giulio Dolcetta e Felice Costamagna per la realizzazione dell'impianto. I lavori costarono 52 milioni di lire, dei quali 33 milioni servirono solo per la costruzione dello sbarramento e durarono 7 anni. Il 28 aprile del 1924 la diga fu ultimata ed inaugurata alla presenza del re d'Italia Vittorio Emanuele III che attraversò l'opera sino a raggiungere la grande lapide affissa lo stesso giorno in onore di chi progettò, realizzò, lavorò e morì durante la grande impresa. La diga si estende per 260 metri con un'altezza di 70 metri e una larghezza di 7 metri e 30 centimetri. E' formata da diciassette archi in muratura di quindici metri ognuno (per un volume totale di 165.000 metri cubi di materiale), spessi dieci metri alla base e due e mezzo in sommità. Un'altra opera di ingegneria che merita di essere visitata è il vecchio ponte degli anni ‘20 di Tadasuni. Il ponte si incontra sulla SP 15 andando da Zuri a Sorradile parallelamente al nuovo viadotto che attraversa il lago.

Ponte di Tadasuni
 
 
 
 
 
Diga di Santa Chiara